
Fiore e frutto allo stesso momento!
Fiore e frutto allo stesso momento!
Sto terminando in questi giorni la realizzazione della mia serra 2.0 😉 Si tratta di un drastico miglioramento del “tunnel” fatto l’anno scorso: le dimensioni sono rimaste le stesse ma ho rialzato il tunnel di quasi 50 cm su una struttura in legno alla quale ho aggiunto porte sulle due pareti di fondo e finestre basse sui due lati. L’agibilità e la possibilità di regolare la ventilazione sono drasticamente migliorate! Segue una piccola galleria delle fasi di avanzamento dei lavori.
Ho appena finito la struttura in legno concepita per due porte e delle aperture a vasistas nella parte inferiore. L’anno scorso avevo realizzato un tunnel in pvc molto rudimentale, quest’anno ho deciso di sollevarlo di una cinquantina di centimetri e di dotata di migliore accesso e ventilazione.
Avrei voluto/dovuto scrivere di più in questo periodo ma il lavoro dentro e fuori il giardino mi ha lasciato poco tempo e poca voglia di farlo… scrivo adesso una sorta di sunto delle osservazioni e considerazioni fatte in quest’ultimo periodo.
Piante che stanno crescendo bene
Insuccessi
Altre considerazioni
Beh… “frutteto” è una parola grossa per questa piccola area sino a qualche tempo fa completamente ombreggiata da numerosi pini che siamo stati costretti a togliere per motivi di sicurezza. Una sbergia, un pruno, un albicocco e un nespolo, tutto qua. Cui si aggiungono, fatti da talea l’anno scorso, due melograni di circa 50 cm. Il tutto aveva l’aria un poco derelitta. Con la realizzazione di due nuovi vialetti che si incrociano abbiamo movimentato visivamente la zona e creato le premesse per sistemare le piante di macchia mediterranea ottenute da seme: euphorbia dendroides, daucus, salvia microphylla, ferla comune, malvone, sarcopoterium, papavero comune, mirto. Più alcune talee di cineraria, artemisia, elicriso.
L’idea dei vialetti covava già da qualche tempo e ha trovato il suo momento di comcretizzazione quando ho trovato la tecnica per utilizzare della legna di cipresso che altrimenti avrei dovuto eliminare. Ho modificato una vecchia motosega al modo “alaskan mill”, nella sua modalità più rudimentale (numerosi i video su YouTube) in modo da ottenere delle piccole assai spesse 4 centimetri da usare come “passetti” annegati nei ciottoli. Fatica micidiale, più volte ho pensato di lasciar stare e andare a comprare materiali già belli e pronti ma l’idea di far diventare “materia prima” del materiale altrimenti di scarto mi ha consentito di procedere sino alla fine. Con soddisfazione devo dire, anche se il risultato è tutt’altro che perfetto, ovviamente, ma avere utilizzato il legno degli alberi che erano cresciuti in quella stessa area mi dà la sensazione della scelta giusta sia sul piano etico che su quello ambientale.
Una volta terminati i vialetti mi sono reso conto (avrei dovuto farlo prima) che le conche della irrigazione attorno agli alberi da frutto “stonavano” in modo troppo dissonante e quindi ho proceduto alla realizzazione di un impianto di irrigazione con micro-splinker per i soli alberi da frutto.
Infatti l’idea della propagazione delle piante della macchia mediterranea si nutre fortemente di due concetti ambientali: la conservazione delle varietà spontanee della macchia siciliana e il risparmio di acqua. Teoricamente sono specie, queste mediterranee, che non dovrebbero aver bisogno di irrigazione tranne ovviamente al momento dell’impianto o per qualche caso di emergenza. In questi casi ci faremo bastare il classico tubo “a mano”.
Scherzando scherzando, tra fatica e impegni vari, c’è voluto più di un mese per arrivare a questo punto. Ma adesso viene il più bello: la messa a dimora delle nuove piantine!
Ultimamente ho avuto poco tempo per aggiornare questa rubrica con i progressi della vegetazione! Il motivo è presto detto: mi sono dedicato a creare una piccola rete di vialetti in una area sin qui rimasta poco curata e occupata solamente da alcune piante da frutto di piccola dimensione: pesco, pruno, nespolo e albicocco. L’idea della realizzazione è venuta guardando la quantità di legno di pino e di cipresso residuo di alcuni abbattimenti di sicurezza (alberi vecchi e piegati verso la strada): una quantità di materiale che mi sembrava veramente scorretto pensare come “scarto”. Ho dunque modificato una motosega secondo la tecnica detta “alaskan mill” nella sua versione più elementare ( in rete si trovano innumerevoli esempi) per realizzare i “passi” dei vialetti stessi. Si obietterà che col tempo si disfaranno, cosa che non mi disturba affatto: si tratta alla fin fine di sostanza organica proveniente dal medesimo luogo, è giusto restituirla a quello stesso suolo! E poi, più ideologicamente, mi sembra un corretto cambiamento di prospettiva, un piccolissimo contrasto all’epoca “antropocene”, adottare come pratica di “landscape design” la realizzazione di strutture effimere destinate “a non durare nel tempo”, a restituire gli ambienti alla loro naturale evoluzione. Tempi lunghi di realizzazione essendo tutto fatto con le proprie mani ma.. soddisfazione grande!
Nelle aree disegnate dai nuovi vialetti andrò collocando le specie della macchia mediterranea allevate da seme nella mia piccola serra nella speranza di realizzare un “caos ordinato” tutto in accordo con il lauretum (per l’appunto). Aggiornamenti in merito a seguire 🙂
Cresciuta e fiorita sul sito pietroso dei capperi
Erodium Moschatum. Si è presentata e l’abbiamo accolta.